Collaborazioni

La collaborazione con gli artisti è una delle pagine più importanti ed interessanti della nostra storia, lunga più di mezzo secolo. Dal suo esordio alla fine degli anni Cinquanta, l’Arazzeria Scassa ha sempre lavorato a stretto contatto con numerosi artisti, nel tentativo di creare una sintesi perfetta tra le diverse arti, ponendo sullo stesso piano e nello stesso spazio, il pittore o l’artista cartonnier, insieme con l’arazziere, mettendo alla prova le reciproche capacità interpretative e la perizia tecnica.


Gli arazzi sono nati spesso da questo connubio, da questo scambio virtuoso di conoscenze e spirito creativo. 


Ugo Scassa prima e Massimo Bilotta negli anni più recenti, hanno affiancato e affiancano l’artista, condividendone idee e possibilità e questo è stato possibile in primo luogo perché la tecnica di tessitura utilizzata e perfezionata da Ugo Scassa permette la realizzazione di arazzi non desunti esclusivamente da bozzetti preparatori appositamente disegnati, ma da quadri e dipinti, persino da opere materiche, di diversa natura, realizzati con il solo scopo di “creare” arte. Non esistono dunque limiti alle infinite possibilità che i telai Scassa hanno affrontato e sono pronti ad affrontare. 


Le macchie cromatiche, le pennellate ampie e corpose spesso sovrapposte dallo slancio pittorico, le colature di colore, tutti questi aspetti hanno bisogno di una resa in tessitura specifica, la consistenza materica di molta parte dell’arte moderna e contemporanea pone infatti uno dei maggiori problemi, quasi una scommessa, con la quale l’Arazzeria astigiana si è confrontata sin dal suo esordio.


Come procedere? Come dare un corpo in fibra di lana a tutto questo, come restituire la forza espressiva di opere astratte tanto particolari, quali ad esempio quelle di Cagli, di Santomaso, di Corpora o di Vedova? 


Le modifiche che Ugo Scassa apportò ai procedimenti antichi di secoli, hanno permesso e permettono oggi di ampliare e diversificare l’idea stessa di arazzo. 



“Io lavoro secondo concetti ben diversi rispetto ai francesi. Per quanto concerne la qualità del cartone oriento le mie scelte verso le opere dei più bravi ed affermati artisti contemporanei anziché, come pretenderebbe la corporazione dei peintres cartonniers, verso i loro cartoni. Invece di costringere gli artisti a realizzare espressamente cartoni da tessere in arazzo con il rischio di creare al loro linguaggio pittorico tutte le limitazioni che i pittori cartonniers si impongono, ritengo più utile scegliere, tra le loro opere, quelle che considero, proprio perché più aderenti al mezzo tecnico con cui saranno espresse, le più adatte ad essere utilizzate come cartoni d’arazzo”. 


Ugo Scassa




L’Arazzeria Scassa ha dunque una sua scuola di pensiero, che le appartiene, della quale la nuova generazione di arazzieri è erede. La scelta dell’opera può non cadere necessariamente in un ristretto range di disegni ma spazia, libera di valutare il gusto, le sfumature, i significati dell’opera, la sua cifra artistica. Insieme all’arazziere, ancora oggi, è possibile valutare quale linguaggio espressivo possa essere meglio espresso in forma tessuta.


Entrano in scena, ad esempio, anche le acquerellature, passaggi tonali le cui sfumature raggiungono una complessità tale da richiedere un attento studio delle componenti coloristiche. Se la pittura contemporanea si esprime attraverso le più diverse innovazioni stilistiche è necessario, e così lo sarà nel tempo a venire, adottare una tecnica che consenta di trasferire in arazzo tutti quegli elementi suggeriti dal lavoro dell’artista e che concorrono a rendere l’arazzo un’opera d’arte.

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